Copia de Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum EN

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updated 3:26 PM UTC, Nov 13, 2024

Antonio Rubbi (Prot. N. 3407)

Nasce nel 1693 (non si conosce il giorno) nella bergamasca. Ordinato prete nel 1718, prima è cappellano alle Tre Fontane di Zogno, poi vice parroco a Poscante e nel 1727 è nominato parroco di Monte di Nese dove rimane fino al 1740, cioè fino a quando è nominato prevosto di Sorisole. Qui resta per ben 45 anni e qui muore il 15 marzo 1785, alla soglia dei suoi 92 anni.

Si distingue subito come prete del confessionale. Le invidie e le malelingue lo accusano davanti al Vescovo che gli vieta di benedire, agosto 1772. Obbedisce, ma nemmeno tre mesi dopo lo stesso vescovo riconoscendo infondate e calunniose le denunce lo riabilita. È guardato sempre con sospetto sia dai giansenisti perché accorda l’assoluzione con troppa misericordia e ritengono semplici superstizioni le sue benedizioni, sia dai medici che guardano con diffidenza gli empirici rimedi con cui cerca di mascherare gli effetti prodigiosi delle sue benedizioni, perché non si capisse che i “miracoli” sono la firma di Dio su quella vita semplice e buona. Un giorno del 1773 il prevosto santo, come era chiamato, si vede recapitare una serie di preziosi paramenti sacri, donatigli dalla duchessa di Parma Maria Amalia d’Asburgo, ritenuta sterile ed invece diventata madre grazie ad una delle sue solite benedizioni: segno evidente che la sua fama ha ormai sconfinato, grazie anche a fatti prodigiosi come l’acqua sgorgata dalla roccia percossa con il suo bastone, la suora guarita “a distanza” semplicemente toccando un indumento che gli era stato presentato, singoli viandanti e intere popolazioni scampate a pericoli e incendi, malati misteriosamente guariti all’istante dopo che erano stati dati per spacciati dai medici. “Mi pare siano tornati i tempi di Gesù Cristo e delle sue prodigiose guarigioni in persone di tutte le nazioni vicine, confinanti con la Galilea!”, dice di lui papa Clemente XIV. Per questo, a distanza 234 anni dalla morte, la Chiesa di Bergamo ha introdotto la Causa di beatificazione, la cui prima Sessione dell’Inchiesta diocesana si è celebrata il 19 gennaio 2019.

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