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Arsenio da Trigolo, beato

Fondatore delle Suore di Maria santissima Consolatrice. Giuseppe Migliavacca nasce a Trigolo (Cremona) il 13 giugno 1849. Ordinato sacerdote nel 1874 dopo un biennio di lavoro pastorale chiede di essere ammesso tra i Gesuiti. Vi rimase dal 1875 al 1892. Per non essere privato del suo ministero apostolico, predicatore e confessore, accolse controvoglia le dimissioni dalla Compagna di Gesù. A Venezia incontra alcune giovani che desiderano consacrarsi al Signore in opere di apostolato. Per incarico dell’Arcivescovo di Torino si prende cura del nascente Istituto. La prova più dura giunse dalle sue stesse suore che su accuse false lo allontanarono dalla direzione dell’Istituto. Consigliato dal beato Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, dopo un corso di esercizi spirituali si ritirava tra i Cappuccini (1902). Muore a Bergamo il 10 dicembre 1909. Il 13 novembre 1997 + stato emesso il decreto per l’Inizio del processo di Milano. Gli Atti furono consegnati a Roma il 3 giugno 1999 e il seguente 19 maggio 2001 è stato emesso il decreto di validità giuridica. Nell’aprile del 2010 i Consultori storici hanno dato parere positivo. Il 15 gennaio 2015 il Congresso dei teologi ha dato parere positivo. La Positio è stata discussa dall’Ordinaria dei Cardinali e Vescovi il 19 gennaio 2016 e il seguente 21 gennaio è stato promulgato il Decreto sulle virtù eroiche. Il 25 febbraio 2016 la Consulta medica ha dato parere positivo al mira presentato e i Consultori  Teologi hanno dato parere favorevole il 29 settembre 2016. Uguale parere favorevole è stato dato dai Cardinale e Vescovi il 17 gennaio 2017 e il successivo 20 gennaio veniva pubblicato il Decreto sul miracolo. Il rito di beatificazione è avvenuto a Milano il 7 ottobre 2017. La memoria liturgica si celebra il 10 dicembre.

Materiale da scaricare (in italiano):

Testi liturgici – 10 dicembre

 

Milano, Duomo, 7 ottobre 2017

Il Beato Arsenio da Tigolo. – La severità ignaziana e la semplicità francescana

Il Beato Arsenio, al secolo Giuseppe Migliavacca nacque a Trigolo, presso Cremona, il 13 giugno 1849 e venne battezzato con il nome di Giuseppe. Desiderando servire il Signore, ancora fanciullo entrò nel seminario di Cremona. Qui compì l’iter formativo dal 1863 al 1873, in un clima culturale e politico condizionato dalle poco felici relazioni fra il Regno d’Italia e lo Stato Pontificio. Il 21 marzo 1874 ricevette l’ordinazione sacerdotale e venne inviato come coadiutore del parroco a Paderno di Ossolaro e poi a Cassano d’Adda.

Per il desiderio di dedicarsi completamente a Dio entrò nella Compagnia di Gesù emettendo la prima professione nel 1877. Per la fragile salute dovette sospendere gli studi e fu destinato dai Superiori come Prefetto nel Collegio di Cremona, dove portò a termine la filosofia, mentre studiò teologia a Portoré in Istria. Trascorse l’anno di probazione a Lainz, presso Vienna, e nel 1888 emise la Professione solenne a Venezia come coadiutore spirituale (operarius). Nel suo servizio apostolico fu stimato da tutti, specialmente dalle comunità religiose femminili che lo avevano come direttore di esercizi spirituali e come accompagnatore nella vita interiore.

In questi anni di grande impegno pastorale incontrò Pasqualina Giuseppina Fumagalli, una donna che, dimessa dalle Suore di Notre Dame du Bon Secours, aveva fondato un Istituto religioso, chiamato “della Consolata”, aprendo case a Torino e Milano senza ottenere i permessi dai rispettivi Vescovi. Poiché aveva indirizzato due giovani all’Istituto della Fumagalli a Torino, il beato Arsenio fu richiamato dai Superiori e nel marzo del 1892 fu costretto a dimettersi dalla Compagnia di Gesù con l’accusa di “gravi imprudenze”. Ritornato a Trigolo venne dopo poche settimane richiamato dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Giovanni Maria Riccardi, per assumere la cura spirituale dell’Istituto iniziato dalla Fumagalli, fondando di fatto le Suore di Maria SS: Consolatrice ne redasse la Regola e le Costituzioni sull’impronta della spiritualità ignaziana.

Nel 1896 il Beato Arsenio trasferì a Milano la Casa Madre e il noviziato dell’Istituto, preludio di quanto sarebbe poi emerso durante il primo Capitolo Generale delle Suore di Maria SS. Consolatrice, tenutosi nel 1899. Il profondo disaccordo tra le suore della sede di Milano e quelle che erano rimaste a Torino indusse l’Arcivescovo di Milano, il Beato Andrea Carlo Ferrari, a rinnovare tutti gli incarichi e i servizi di autorità nell’Istituto. Lo stesso Beato Arsenio fu allontanato e dovette affrontare un nuovo radicale cambiamento nella sua vita. Così, all’età di cinquantatre anni, dopo aver ottenuto il voto favorevole dei vari Superiori, iniziò, con il nuovo nome di Fra Arsenio da Trigolo, il noviziato presso i Frati Minori Cappuccini della Provincia di Milano nel convento di Lovere. Emessi i voti temporanei, fu inviato a Bergamo per guidare nello spirito i giovani studenti cappuccini e curare il Terz’Ordine Francescano. Morì il 10 dicembre 1909.

Sessant’anni di vita, 13 anni passati in famiglia, 12 nel seminario di Cremona, poco più di 1 anno come sacerdote della diocesi di Cremona, 17 anni nella Compagnia di Gesù, altri 10 anni come Superiore di un Istituto femminile pellegrinando da Torino a Milano, e infine 7 anni o poco più come frate cappuccino fra Lovere e Bergamo.

Una vita passata da un luogo all’altro cercando sempre di dare maggior gloria a Dio con un servizio fedele, umile e silenzioso. Caratteristiche che colpiscono e lasciano stupiti perché si potrebbe pensare che fosse un’anima incostante o sempre alla ricerca del suo status, del suo sentirsi emozionalmente bene, ma non è così.

Leggendo i suoi scritti si scopre un cristiano che tende alla ricerca della volontà di Dio e di aderirvi, consapevole della propria pochezza e fragilità, mostrando la sua grande fiducia in Dio accogliendo, più che accettare passivamente, i disagi o le incomprensioni. Il Santo Padre Francesco nella Lettera Apostolica, letta durante i rito di beatificazione scrive: il Beato Arsenio “nelle difficoltà e nelle prove subite seguì Cristo povero, umile con totale abbandono e con cuore puro e mite”.

Sta qui la sua ricchezza che per noi diventa il suo esempio e il suo insegnamento: ha avuto pazienza, non si è agitato, non ha inoltrato denuncie o richieste di risarcimento, ha avuto pazienza consapevole che il Signore stava costruendo la vera virtù e con la virtù la salvezza della sua anima (cfr. San Francesco d’Assisi, Della vera e perfetta letizia). La preghiera e la celebrazione eucaristica furono la sua forza per vivere i momenti più difficili avvolgendo nel silenzio e nel perdono sia il male ricevuto che il bene fatto. Mite e docile visse il suo sacerdozio come un grande atto di amore per il Signore e con una straordinaria ansia apostolica per le anime, rendendosi costantemente disponibile al dinamismo della grazia che in lui operò anche attraverso le contrastanti vicende della vita.

La fama di santità che lo ha accompagnato portò, il 3 aprile 1998 all’apertura, presso la Curia Arcivescovile di Milano, dell’Inchiesta diocesana, chiusa il 9 maggio 1999. Da quel momento seguì un lungo lavoro per preparare la Positio presentata alla Congregazione delle Cause dei Santi nel 2009 e discussa dai Consultori Teologi il 15 gennaio 2015 e successivamente dai Cardinali e Vescovi il 19 gennaio 2016. Il papa Francesco, il 20 gennaio 2016, autorizzava la promulgazione del decreto super virtutibus. Si poteva così presentare alla Consulta medica il presunto miracolo attribuito al Venerabile Arsenio. Il 25 febbraio 2016 il responso medico era positivo e successivamente il 29 settembre 2016 anche il Congresso dei Teologi dava responso positivo. I Cardinali e Vescovi approvarono il miracolo nella Sessione del 17 gennaio 2017. Il Santo Padre dava il suo assenso alla promulgazione del decreto super miraculo il 20 gennaio 2017.

Il 7 ottobre 2017, con la celebrazione nel Duomo di Milano, il Beato Arsenio da Trigolo è presentato al popolo di Dio come intercessore e modello indicandoci di seguire Cristo povero e umile e di vivere, esercitando le opere di misericordia, con fedeltà e adesione sincera la propria vocazione e con l’aiuto della grazia di Dio superare con pazienza e lieta semplicità ogni avversità.

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