IL PROFILO DEL FORMATORE ALLA LUCE DELLA LETTERA APOSTOLICA PATRIS CORDE
- Pubblicato in Segretariato Generale della Formazione
Il formatore è essenzialmente un fratello a cui l'Ordine affida il compito di accompagnare gli altri fratelli nel loro cammino vocazionale e di assisterli nel discernere la volontà di Dio e nel rispondere alla chiamata con libertà e impegno. Accompagnare significa "creare spazi che rendano possibili la responsabilità, la fiducia e la trasparenza in tutti gli ambiti" . La priorità è aiutare l'altro a crescere "in libertà, rispettando la singolarità di ogni fratello" . San Giuseppe che ha amato Gesù "con il cuore di un padre" e lo ha accompagnato nella sua crescita fino alla maturità ci illumina in questo servizio. In questo anno dedicato al Patrono della Chiesa universale, "lo sposo di Maria e il padre di Gesù" , anche noi possiamo riscoprirlo nel campo della formazione.
Ravviviamo la fiamma di un’antica tradizione
Le nostre Costituzioni dicono che “Allo stesso tempo veneriamo piamente, secondo l’antica tradizione, san Giuseppe, sposo fedele della Vergine Maria, custode del Redentore e umile lavoratore” (n°52.7). La devozione a san Giuseppe è evidente negli scritti dei primi Cappuccini . Un'altra evidenza storica sono le tante Province, le chiese e l’arte a lui dedicati. Le caratteristiche devozioni dei Cappuccini erano la devozione ai sette dolori di san Giuseppe – ossia i 7 Pater noster e Ave Maria a suo onore - , la litania di san Giuseppe e l’atto di affidamento a lui. Alcuni famosi predicatori: Giovanni Maria da Tusa, San Giuseppe da Leonessa e San Lorenzo da Brindisi hanno lasciato delle opere di grande valore teologico sulla persona e la missione di San Giuseppe. I frati divulgavano questa devozione mediante la predicazione o con libretti. Invitavano tutti non soltanto a chiedere la sua intercessione ma sopprattutto a imitare le sue virtù.
La Casa di Nazareth: icona per la fraternità formativa
Ogni formado arriva in una fraternità “per opera dello Spirito Santo” (Mt 1:18), viene accolto come Gesù nella casa di Nazaret dove “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2:52). Il formando, che ha lasciato una famiglia naturale ed è chiamato a conformarsi sempre di più a Gesù, sa di entrare in una famiglia spirituale dove spera di trovare non solo dei fratelli, ma anzitutto una madre e un padre che lo accolgono, lo difendono e gli insegnano a compiere la volontà del Padre. Nella formazione iniziale in modo particolare, spetta al formatore ricoprire il doppio ruolo di “madre” e di “padre” per i formandi, e questo è determinante per il loro inserimento equilibrato nella fraternità e nell’Ordine. Non è un caso che nei commenti alla Regola che erano i principali strumenti di formazione per i primi Cappuccini, il modello di obbedienza era la sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria . Si può intuire che nell’immaginario dei primi Frati, il modello del formatore era san Giuseppe a cui Gesù era sottomesso come figlio.
Il Formatore fratello e padre:
“Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione” . La formazione iniziale è una tappa molto delicata e determinante per l’inserimento dei frati nell’Ordine. Quando viene affidata a un fratello maturo, convinto della bellezza della nostra forma di vita, i formandi trovano non solo un fratello compagno del viaggio ma anche un padre come San Giuseppe, che si impegna a far crescere Gesù in loro. Per fare ciò, “il formatore dev’essere maturo umanamente e cristianamente” . In realtà, tramite l’Ordine, è Dio stesso che affida a una persona specifica nella fraternità formativa i figli che Egli chiama alla nostra forma di vita. Del formatore, si direbbe quello che il Papa dice su san Giuseppe: “Dio si fida di quest’uomo, così come fa Maria, che in Giuseppe trova colui che non solo vuole salvarle la vita, ma che provvederà sempre a lei e al Bambino” . Allora, all’interno della fraternità formativa, il formatore, tiene i formandi per mano e gli insegna a camminare sulle vie di Dio e ad inserirsi gradualmente nella fraternità.
“Con cuore di padre: così Giuseppe ha amato Gesù” . Tutti i formandi hanno bisogno di questo amore dal cuore di padre. Il formatore, come un fratello maggiore è “chiamato ad esercitare una vera paternità spirituale” che non è facile. Con l’Apostolo, ogni formatore potrebbe dire: “Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi” (Gal 4:19). Amare con cuore di padre significa anzitutto accogliere l’altro come dono, e quindi essere primo testimone della fede in Dio che ci dona gli uni agli altri come compagni di viaggio, e custodi degli altri ed essere così una prova concreta che è possibile vivere il Vangelo. Di più, siccome nei confronti di Gesù, Giuseppe è “l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai da lui per seguire i suoi passi” , così i formandi dovrebbero cogliere nei loro formatori qualcosa della paternità di Dio.
Conclusione
Oggi assistiamo a numerosi abbandoni della vita religiosa e sacerdotale: essi ci richiamano tutti a riconsiderare l’importanza della fedeltà e della perseveranza . Un pilastro per la fedeltà e la perseveranza è la virtù della disciplina, una virtù che i figli imparano naturalmente della figura paterna. In un mondo segnato da una grande crisi dei padri, dove “spesso i figli sembrano essere orfani di padri” , servono tenerezza, accoglienza, coraggio creativo, e ascolto attento; tutti valori necessari per essere formatori secondo il cuore di Dio. Questi tratti li possiamo contemplare in San Giuseppe e chiedere la sua intercessione per svilupparli in noi a nostra volta. “Padri non si nasce, lo si diventa” ; formatore non si nasce, lo si diventa. San Giuseppe ci aiuti.
Francis Bongajum Dor, OFMCap.
Delegato per l'ordine Francescano Secolare, Curia Generale, Rome