Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum IT

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updated 11:54 AM UTC, Mar 20, 2024

Quando venne la pienezza del tempo

L’espressione contenuta nella Lettera di San Poalo Apostolo ai Galati (cfr. 4,4) riecheggia spesso lungo il tempo del Natale nella nostra Liturgia, e diventa richiamo forte a considerare la venuta di Cristo nella storia, come compimento di un tempo. Nella storia – Storia della Salvezza – si compiono le opere di Dio, e l’uomo ne è testimone e partecipe, invitato ad essere protagonista nel ricevere la salvezza che viene dall’alto.

C’è un tempo in cui le cose maturano e giungono a compimento, un tempo speciale, segnato da una qualità speciale, capace di costruire il futuro; è il kairos, il tempo opportuno, in cui si compiono le promesse di Dio, la sua opera: Dio si fa uomo.

La Chiesa ci insegna che è necessario la preparazione a questo evento, per accoglierlo sempre e nuovamente come rinnovamento della nostra stessa vita: ci prepariamo al Natale.

Guardando il nostro vivere la vita religiosa, possiamo usare il parallelismo del tempo speciale, che è quello della formazione iniziale, in cui si pongono le basi per tutto il futuro della vita religiosa. Qui, il giovane è accompagnato ad operare un discernimento circa le intuizioni che ha maturato, per leggere la propria vita in chiave di risposta alla chiamata del Signore. Volendo usare il frasario tipico della liturgia, possiamo dire che il giovane è chiamato a “raddrizzare le strade” storte che si porta dentro, ad “appianare le colline”, che impediscono un passo agile nella vita, a preparare uno spazio per il Signore dentro la propria vita, affinché prenda dimora. È il tempo in cui il giovane scopre in “pienezza” il fascino del seguire Cristo, e con tutto il cuore decide di farlo. È il tempo della grande preparazione a ciò che sarà l’attività futura del frate oltre a consolidare la scelta fatta; è il tempo dell’attesa di ciò che sarà domani, il tempo dei progetti e dei sogni sul futuro (forse non sempre sarà come è stato sognato, ma sicuramente abitato dalla Sua presenza), il tempo dei progetti, che si intrecciano con quelli della fraternità e dell’obbedienza.

La formazione inziale è dunque il kairos in cui si vive l’attesa sul futuro – avvento – e il radicamento nella vocazione ricevuta, e il fiorire di un sì fecondo detto al Signore della vita (i frutti verranno dopo).

In questo tempo liturgico di Avvento l’augurio è che tutti noi consacrati possiamo rilanciare la nostra adesione al Signore con rinnovato entusiasmo, facendo memoria del tempo fecondo della nostra formazione iniziale, riappropriandoci sempre più di ciò che è essenziale nella nostra vita.

F. M