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Un vescovo americano in Nicaragua crea oasi di pace in una nazione in tumulto

Inés San Martín, CRUX Taking the Catholic Pulse

Il vescovo cappuccino

Siuna (Nicaragua). In un’area rurale dove un prete può impiegare ore per raggiungere ciascuna delle 750 piccole comunità e 15 parrocchie c’è una figura alta che, guidando il suo camion bianco e vestendo i suoi sandali Birkenstock, sembra fuori posto.

Tuttavia si trova perfettamente a suo agio, lavorando da un piccolo ufficio che somiglia per la grandezza ad uno sgabuzzino e dormendo in una stanza che ha poco più di un letto ed una rete antizanzare. Il suo zaino sta sul pavimento accanto al letto, sempre pronto per andare.

Il vescovo David Zywiec, nato a Chicago, di origini polacche, incaricato da Papa Francesco nel novembre 2017 a guidare la diocesi più giovane dell’America Centrale è un cappuccino di 71 anni, che ha trascorso la maggior parte della sua vita come missionario nella regione.

È arrivato in Nicaragua nel 1975, quando la nazione era governata da Luis Somoza, figlio di Anastasio Somoza ed erede di una dinastia che aveva regnato sul paese per sei decenni.

Zywiec “arrivò  per via di terra” nella notte del 3 gennaio a Managua, la capitale del paese; fu immediatamente richiamato e il suo benvenuto è stata una premonizione delle sfide che  lo attendevano in seguito: una settimana prima, durante le celebrazioni di S. Natale i Sandinisti, che stavano tentando di prendere il controllo del paese, avevano rapito alcuni membri del governo e ciò aveva indotto Somoza ad istituire un coprifuoco.

Più di quarant’anni dopo qualcuno potrebbe osservare che non è cambiato molto in Nicaragua. C’è un movimento giovanile che cerca di abbattere il governo di Daniel Ortega, che, con il suo partito, il Fronte Nazionale di Liberazione Sandinista, aveva fatto cadere Somoza e ancora una volta il popolo stava prendendo posizione.

Zywiec è prudente nel suo lavoro, sapendo bene che le cose sono peggio di quello che potrebbero essere ma si trova con una divisione all’interno dei fedeli e del clero: diversi sostengono Ortega e altri no.

«Guarda i 12 apostoli» ha detto una volta per spiegare la situazione: «Gesù  ha scelto un uomo che era esattore delle tasse per conto dell’impero romano e uno che era nemico di Cesare. Gesù tuttavia è più grande della politica e la stessa cosa succede qui».

Come uno degli uomini che lavorano con il vescovo, ha dichiarato Crux, Zywiec ha dovuto imparare a far pace con il governo, sapendo che “chi oggi è in alto, domani può stare in basso e viceversa”.

Invece di aumentare la divisione, Zywiec si è concentrato sull’essere servitore della sua gente, quello che Papa Francesco chiamerebbe un “pastore con l’odore delle sue pecore”.

Ordinato prete nel giugno 1974, Zywiec ha trascorso i primi due anni in Nicaragua a Siuna, dove un prete può impiegare più di 24 ore per raggiungere una delle 750 piccole comunità cattolica usando una macchina, un mulo e infine una barca. Gli erano state affidate 60 comunità allo stesso tempo.

In quei primi anni osservò come il regime si Somoza avesse cacciato i Sandinisti nella jungla, dove egli stava provando ad esercitare un ministero. “ Molta gente è stata uccisa o è sparita” ha detto.

Non lo dice, ma secondo molti le stesse cose accadono oggi. Siuna tuttavia rimane un baluardo del regime di Ortega e la relazione tra il vescovo e il sindaco, un membro del partito al governo, sono buone. Come prova di questo fatto il sindaco venne in aiuto alla sicurezza della chiesa in modo che potesse eessere costruita una cattedrale di 10.000 piedi quadrati.

Il progetto originale aveva un costo stimato di 1,5 milioni di dollari e tra la cooperazione delle parrocchie locali e l’aiuto esterno, inclusa la fondazione pontificia in U.S.A., la fondazione pontificia per l’Aiuto delle Chiese in difficoltà e perfino l’aiuto della Conferenza Episcopale degli U.S.A. raggiunsero poco più della metà del necessario.

Ogni parrocchia manda lavoratori per aiutare a costruire la cattedrale; 25 uomini si recano a lavorare a turno ogni due settimane in giorni stabiliti. La maggior parte del materiale per la costruzione del rustico è già stata portata: è il primo passo. Le forniture dovranno aspettare fino a che non sia stato racimolato il resto della somma.

Zywiec  ritornò a Siuna nel 2017, dopo aver trascorso dieci anni in Costa Rica negli anni ’80, dopo aver preso sei mesi di riposo sabbatico all’università di Notre Dame e dopo aver servito per due anni in una parrocchia dei quartieri poveri di Chicago. È tornato in Nicaragua negli ultimi vent’anni, per aiutare Bluesfields, quella che è sempre stata la diocesi più sparpagliata.

Ordinato vescovo nel 2002, insieme con il suo capo, il cappuccino americano Pablo Ervin Schmitz Simon, ha presentato tre anni fa un progetto per suddividere la diocesi in tre parti, ma poi hanno dovuto accontentarsi di due.

Alla domanda se temeva per la sua vita al suo primo arrivo nel 1974, ha risposto di no, sebbene criticasse le azioni del governo: «Tu sei considerato innocente fino a che non sei riconosciuto colpevole?” Non qui allora».

Al tempo consegnò al suo vescovo una lista di 200 persone delle sue comunità che erano sparite e il prelato decise di trasferire Zywiec prima che fosse aggiunto alla lista.

Nonostante le riserve del vescovo, secondo quanto dice Crux, Zywiec non ha mai avuto problemi con la gente, sebbene ne abbia avuto alcuni con l’ambasciata americana. Allora gli U.S.A. usavano i missionari per raccogliere informazioni, ma egli rifiutò di consegnarne, nel momento in cui l’area in cui stava lavorando era bombardata dalle forze americane.

«Ho detto loro che i miei genitori pagavano le tasse in America e che sarebbe stato ironico se avessero smesso di pagare per le bombe che avrebbero ucciso il loro figlio mentre lavorava come missionario nella jungla nicaraguense», ricorda di aver detto all’ambasciata.

Dopo questo avrebbe dovuto avere due incontri all’anno con un uomo della CIA che ricorda di aver soprannominato “fungo fangoso” (Slippery Jack).

«Credevo che il governo americano mi aiutasse, ma non lo ha fatto»  ha riferito. Dopo quattro anni a Bluefields andò in Costa Rica, ma si esaurì, dal momento che avevano “abbastanza preti” nella Svizzera dell’America Centrale”.

Al momento la Costa Rica era il solo paese dell’America Centrale a non essere coinvolto in una guerra civile o in un conflitto armato: il suo esercito era stato abolito nel 1949 e il paese aveva vissuto senza un militare da allora.

Quando furono destinati a Bluefields, Schmitz si occupò di guidare la diocesi, mentre Zywiec si concentrò sulle comunità a nord della regione, dove si trova Siuna. Oggi, ha dichiarato, sta scoprendo come l’occuparsi dell’aspetto amministrativo delle cose faccia parte della sua “conversione pastorale”.

Con una umile croce pastorale in legno fatta a mano e tenuta da un legaccio blu Zywiec è lontano dall’essere un vescovo ordinario. Ha conosciuto tutto sia come abitante del posto che come straniero. Ha guadagnato il rispetto del gregge che guida, compresi i preti che lo chiamano “David”, ma che sono pronti a fare quanto egli chiede.

Sebbene non densamente popolata – tutto il Nicaragua ha appena sei milioni di abitanti – la diocesi di Siuna è geograficamente grande come l’olanda.

Si stima che ci siano mezzo milione di persone, 70 per cento dei quali sono cattolici. Diversi vivono con un dollaro al giorno, ma , nonostante la situazione difficile, Siuna è considerata un posto sicuro e uno di quelli che è rimasto abbastanza ai margini delle sollevazioni civili che sono iniziate ad aprile. La maggior parte del merito è del vescovo, il quale, vedendo la divisione che si sarebbe aperta in diocesi, convinse tutte due le parti del bisogno di un dialogo onesto, dove le necessità della gente contassero più delle “passioni di ciascuno”, come raccontò un autista a Crux il 22 novembre.

L’autista chiese di rimanere anonimo per garantire il fatto che la comprensione raggiunta da tutte le persone coinvolte, la maggior parte delle quali sono parte dell’équipe diocesana, lui compreso, rimanesse intatta.

«La crisi sta riscuotendo il suo tributo in Nicaragua» ha detto, adducendo come esempio il fatto che la pavimentazione della strada, che era progettata per collegare una serie di città circostanti fosse stata interrotta ad Aprile. «Monsignore ci ha insegnato a non aggiungere male a questo parlando più del dovuto» ha riportato.

La gente nella regione vive soprattutto di agricoltura e di allevamento. Prima della crisi circa 80 camion pieni di bestiame partivano ogni giorno per Managua; oggi solo 8. Una clinica medica che usava visitare 40 pazienti al giorno prima di aprile, oggi ne visita una media di 15, dal momento che la gente non può affrontare la spesa di $1,50 per pagare la visita medica.

Il territorio non è pianeggiante ma montuoso, sul bordo di un lago artificiale creato dall’attività delle miniere e inoltre una lunga stagione piovosa rende la  città simile ad un set dei film di Indiana Jones.

La differenza sta nel fatto che Siuna non è abbandonata o persa, semplicemente povera e resiliente, guidata da un vescovo che, a quattro anni dall’età del ritiro, va ancora forte.

www.cruxnow.com

 

Ultima modifica il Lunedì, 04 Febbraio 2019 17:47
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