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Lettera del Ministro Generale

Let

Prot. N. 00053/23

A tutte le sorelle Clarisse Cappuccine

“Il Figlio di Dio si è fatto nostra via”

(Santa Chiara, Testamento n.5)

Care Sorelle,

Il Signore vi dia pace!

Alla luce dei centenari che stiamo celebrando come Famiglia francescana, e in continuità con la mia lettera scritta pochi giorni fa esortando tutto l'Ordine a soffermarsi sul mistero luminoso del "Figlio di Dio che si è fatto nostro fratello"1, vorrei ora rivolgervi una parola di animazione più specifica per tutte voi, sul cammino concreto che stiamo percorrendo, perché come sottolinea la stessa santa Chiara, “il Figlio di Dio si è fatto nostra via, che il nostro beatissimo padre Francesco, suo vero amante ed imitatore, ci ha indicato e insegnato con la parola e l’esempio.”2

 1. Due centenari strettamente collegati

1.1       In questo Anno del Signore 2023, iniziamo il cammino unitario delle celebrazioni giubilari, ricordando sia l'approvazione ecclesiale della Regola dei Frati Minori, sia il memorabile Natale di Greccio, “centenari in qualche modo strettamente uniti tra loro,”3.  Infatti, dalla fede nel mistero dell'Incarnazione, si comprende appieno il lungo e complesso processo di formulazione, redazione, approvazione capitolare e approvazione ecclesiale della forma di vita, che raggiunse il suo culmine nella Bolla Pontificia che approvò canonicamente la Regola dei Frati Minori4.  Lo stesso San Francesco, percorrendo in prima persona questo delicato itinerario, non esente da prove e tentazioni, giunse a nuova e luminosa convinzione circa il mistero di Dio che si manifesta nel tessuto umano, nella piccolezza, nella tenerezza e nella povertà.

1.2       La Regola non è né più né meno che uno strumento utile a custodire le coordinate carismatiche per poter incarnare il Vangelo. È un canale privilegiato per passare permanentemente dalla fede alla vita e dalla vita alla fede. È un aiuto a vivere il Vangelo, cioè a generare in noi Gesù Cristo, e farlo nascere “attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri”.5

1.3       Santa Chiara, lucidamente consapevole del suo contesto sociale ed ecclesiale, e nello stesso tempo fondata, insieme alle sue consorelle, sulla loro identità vocazionale, prese come base il testo della Regola dei Frati Minori per definire la loro forma di vita. La aggiustò, la riformulò e la completò creativamente, adattandola allo stile di vita femminile, contemplativo e stabile, per far nascere la Regola delle Sorelle Povere, approvata con la Bolla Pontificia alla vigilia della sua morte.6  Un altro esempio dell'intimo rapporto tra la formulazione dello stile di vita e la fede nel mistero dell'Incarnazione. 

2. Un nuovo passo nella revisione delle Costituzioni

2.1.      Analogamente, quanto affermiamo sul rapporto tra la Regola e l'Incarnazione, potremmo applicarlo alle Costituzioni, che "sono un testo per difendere l'identità, favorire un adeguato aggiornamento ed essere strumento di unità nella diversità"7. Sarebbe molto bello interpretare il processo di adattamento e di revisione delle vostre Costituzioni alla luce del grande mistero del Verbo fatto uomo, con tutte le sue conseguenze spirituali e pratiche.  Tante culture diverse unite nella stessa vocazione, che si rispecchiano in un testo ispiratore e normativo!  In contesti nuovi, sensibilità diverse che attingono alla stessa tradizione e guidano la vita con parametri comuni. Lascio a voi il compito di approfondire questo cammino di riflessione orante e di ammirazione contemplativa.

2.2.      Da parte mia, e in particolare, anticipo e presento con questa lettera la bozza delle proposte per la revisione delle vostre Costituzioni, che presto giungeranno nelle vostre mani nelle varie lingue. La piccola Commissione di tre suore provenienti da diverse aree geografiche ha saputo svolgere un lavoro minuzioso, raccogliendo la sensibilità che viene da diverse riflessioni e contributi, insieme agli elementi fondamentali dei nuovi documenti della Chiesa, adeguandosi alle attuali disposizioni canoniche, e al tempo stesso rispettando sostanzialmente l'attuale fisionomia del testo.

2.3.      Sta ora a voi la corretta ricezione di questo testo riveduto. Bisognerà accoglierlo cordialmente, soppesarlo nella preghiera e nel dialogo fraterno, pronunciarsi con maturità su di esso, e fare sicuramente qualche concreta proposta di modifica. La metodologia da seguire sarà spiegata dalle suore della Commissione delle rappresentanti delle Federazioni. Da parte mia, vi invito ancora una volta a prendere coscienza di questo esercizio come "un modo eccellente di vivere la sinodalità costitutiva della Chiesa".8

       3. Verso comunità interculturali

3.1.      È molto sentita la necessità di sforzarsi a tradurre e adattare la nostra spiritualità alle situazioni particolari di ogni cultura. “Così come Cristo, Verbo Incarnato del Padre, ha assunto una cultura concreta, spetta anche a noi incarnare nella vita quotidiana i valori che condividiamo e che caratterizzano la nostra identità”.9 Allo stesso tempo, in questo mondo, sempre più comunicante e in movimento, veniamo continuamente sfidati a costruire ponti di interculturalità. “Siamo chiamati ad approfondire le sfide della cultura odierna rifacendoci anzitutto alle esperienze interculturali già in atto nell'Ordine. Il nostro carisma di fraternità può offrire una bella testimonianza su come realizzare la comunione nel mondo d’oggi”.10

3.2.      La fede, rinnovata dallo stupore davanti al mistero dell'Incarnazione, ci conduce all'esperienza della fiducia, nonostante le debolezze e i limiti.  La tendenza consolidata alla riduzione del numero delle suore, al calo delle vocazioni e alla chiusura di alcuni Monasteri, è un dato inevitabile, anche se con intensità diversa nelle varie regioni. Ma questo non giustifica in alcun modo l'inerzia o la chiusura nei propri bisogni. Abbiamo bisogno di aprirci e accogliere con fede il cammino misterioso che la realtà ci presenta, il vero cammino dell'incarnazione.

3.3.      Vorrei essere molto chiaro: la paura e la prudenza umana ci rinchiudono nei propri Monasteri con i loro piccoli problemi, tante volte condizionati da miopi preoccupazioni per il futuro e la sopravvivenza, quando lo Spirito del Signore ci dice invece di rischiare la comunione, provare a costruire ponti dalla nostra fragilità e testimoniare che la fraternità può essere avviata da esperienze concrete di collaborazione, scambio, servizio, rifondazione; anche nuove fondazioni dove il carisma non è ancora presente. Non si tratta assolutamente di mantenere muri o di riprodurre “quello che si è sempre fatto così”, né di prolungare situazioni prive di vitalità. È una dinamica nuova, con una forte esigenza umana di capacità di dialogo tra le culture, ma che richiede uno sfondo spirituale di fiducia e di espropriazione francescana.

3.4.      Concretamente, ringraziamo Dio e siamo lieti che con questo spirito stia iniziando una nuova fondazione di Clarisse Cappuccine in Paraguay, con la collaborazione di sorelle provenienti da tutta l'America. Infatti, i progetti di collaborazione, siano essi federali o interfederali, possono realizzarsi solo in questa sintonia, con la consapevolezza della corresponsabilità del carisma.

3.5.      Con questo stesso spirito si realizzerà la rifondazione del Monastero di San Giovanni Rotondo in Italia con le suore della Federazione del Messico settentrionale, che hanno raccolto questa sfida, e che speriamo si realizzi presto. È evidente l'importanza del Santuario di San Pio da Pietrelcina come pure il significato della presenza della vita contemplativa all'interno del complesso di evangelizzazione, dove transitano tanti pellegrini. È chiara la potenzialità che offre questo luogo per il carisma delle Clarisse Cappuccine sia nel rendere visibili le monache, sia per condividere con i fedeli la testimonianza della propria spiritualità. Per questo possiamo affermare che, pur non essendo una presenza storica, si tratta di un luogo molto significativo. Ed è per questo che l'Ordine promuove questo progetto di collaborazione internazionale, e incoraggia le suore a rispondere con generosità e senza indugio.

3.6.      Vorrei invitare ciascuna sorella a verificare la propria disponibilità, e ad ascoltare la voce dello Spirito se internamente è invitata alla fiducia e al vivere “senza nulla di proprio”, e a lasciare la propria comunità per essere inviata a progetti coerenti e solidi di collaborazione interculturale e carismatica. A maggior ragione desidero incoraggiare le madri abbadesse e le Presidenti ad aprirsi al discernimento spirituale con prudenza evangelica, non mondana, per soppesare la verità dello slancio interiore che muove le suore, e sostenere iniziative di questo genere. Pensiamo sempre che chi di noi porta il peso del servizio dell'autorità deve rendere conto al Signore se ha bloccato l'azione della grazia.

       4. Il Monastero di Roma

4.1.      Scendendo ancora più nel concreto, vorrei che ci soffermassimo sul Monastero "Corporis Christi" di Roma, considerando che la sua storia e la sua presenza sono molto particolari. Fin dalla loro origine, le Cappuccine di Santa Chiara furono convocate dal Papa stesso nella sua diocesi.11  Per questo è una comunità chiamata a vivere in modo speciale la cattolicità della Chiesa, e ad essere un particolare sostegno orante del ministero petrino.

4.2.      Parimenti, come Monastero sotto la diretta vigilanza del Ministro generale, nella sua lunga storia ha manifestato la comunione vitale e reciproca tra Cappuccini e Cappuccine, sostenendo spiritualmente la missione dei successori di San Francesco e delle strutture legate al governo e animazione internazionale dell'Ordine, cambiando anche più volte il suo luogo di residenza fino ad arrivare a quello attuale nel quartiere della Garbatella. Negli ultimi anni, in modo particolare, la comunità è stata incaricata di ospitare il Progetto Internazionale di Formazione.

4.3.      Per questo il carattere internazionale e interculturale segna profondamente l'identità e la missione insostituibile di questo Monastero. Lo possiamo facilmente verificare, sia dalle sorelle membra della comunità, sia dalle partecipanti al Progetto di formazione, in stretto rapporto con i frati che lavorano nelle strutture generali dell'Ordine Cappuccino e con tanti fratelli e sorelle di tutto il mondo che servono alla Chiesa universale a Roma.

4.4.      Senza affatto assimilarlo a una sorta di casa generalizia come avviene in un Ordine centralizzato, il Monastero di Roma è, in un certo senso, la casa di tutte le Clarisse Cappuccine del mondo e anche responsabilità morale di tutte le comunità. Possiamo dire senza esagerare che è il principale luogo pratico di apprendimento dell'identità carismatica nelle dinamiche interculturali, come è stato dimostrato in questi anni.

4.5.      Faccio appello a questa consapevolezza, a questa storia, a questa missione, alla sfida attuale dell'interculturalità e soprattutto alla fiducia francescana, frutto della fede nel mistero dell'Incarnazione, per chiedervi un segno concreto di appartenenza e di collaborazione. Che ogni Federazione invii almeno una sorella a far parte di questa significativa comunità, per configurarla sempre più come il volto internazionale delle Clarisse Cappuccine!

4.6.      Ringraziamo il Signore, le suore e le Federazioni per quanto già realizzato in tanti anni di cammino, con successi ed errori, ma certamente con molta più luce che ombre per grazia di Dio. E continuiamo questo cammino con coraggio, scommettendo con quel rinnovato entusiasmo che nasce dalla fiducia in Dio con noi.

    5. Progetto di formazione internazionale

5.1.      Il Progetto Formativo è stato promosso da noi frati, come risposta all'esigenza di preparare delle sorelle che possano assumere e accompagnare la formazione nei rispettivi Monasteri e rafforzare così le diverse iniziative formative federali e nazionali, laddove sono presenti le monache contemplative cappuccine. Ha avuto diverse tappe: la prima presso il Monastero di Sant’Urbano a Roma, poi presso il Collegio di San Lorenzo con un corso speciale di un anno e, infine, quella attuale presso il Monastero della Garbatella da dove si accede all’Università.

5.2.      Le Presidenti Federali e i rispettivi Consigli considerano il progetto nel suo insieme molto positivo negli obiettivi e nei mezzi; altrettanto le sorelle che vi hanno partecipato apprezzano molto la formazione ricevuta. Per quanto riguarda l'impatto di questa formazione, a livello personale, spicca l'aiuto nel campo della maturità umana e dell'identità carismatica, così come la comprensione del mondo e delle culture, insieme alla capacità intellettuale e alla conoscenza storica, sempre a beneficio della vocazione contemplativa. Anche a livello comunitario e federale si registra un alto grado di soddisfazione per il modo in cui la formazione ricevuta viene condivisa e trasmessa. L'apprendimento della lingua italiana si presenta come la prima importante sfida che, sebbene tante volte possa sembrare un ostacolo, è un grande potenziale di comunicazione e di comunione internazionale.

5.3.      È chiaro che abbiamo bisogno di crescita e continuità. Guardando al futuro, ci piacerebbe accogliere con favore i vostri suggerimenti, che sono numerosi e diversificati, e che meritano senz'altro di essere serenamente valutati e calibrati per recepire alcune delle proposte. Nel frattempo, chiedo alle Federazioni di essere aperte all'invio di nuove suore studentesse in modo da poter continuare il ritmo del Progetto come previsto.

    6. Conclusione

6.1.      “Dio è donazione totale, consegna assoluta. Non riserva nulla di sé per sé stesso. Tutto questo dinamismo espansivo di amore si concretizza nell'Incarnazione dove, attraverso il Figlio, il mondo si riempie di Dio: il Creatore, facendosi creatura, trasforma la nostra storia in una storia d'amore”.12 Sulla base di questa certezza, invito voi sorelle a continuare a percorrere con gratitudine e fiducia il cammino della vocazione.

6.2.      Dalla nostra povertà e dai nostri limiti, camminiamo attaccati alla Vergine Santa, “dolcissima Madre, che generò un tale Figlio, che i cieli non potevano contenere, eppure ella lo accolse nel piccolo chiostro del suo santo seno, e lo portò nel suo grembo verginale”.13  Possa Lei prendersi cura e benedire ciascuna di voi.

Fraternamente,

Fr. Roberto Genuin
Ministro Generale OFMCap 

Roma, 2 febbraio 2023

Festa della Presentazione del Signore

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